“Nascondetevi”. Kurgran Manto d’Ebano era stanco. Il sole lanciava dardi roventi sul Deserto Ignoto, riflettendosi sulla biancheggiante distesa di rocce calcaree in riflessi abbacinanti. Infine, gli Sterminatori erano giunti sino a loro. Erano trascorsi diversi giorni da quando Lasa-ar li aveva scovati poche miglia all’interno del deserto, in una bella oasi. Halandor e Jalandrin erano stanchi. Le loro acerbe ali si affaticavano facilmente e così i fuggiaschi erano atterrati per rifocillarsi. Kungran era preoccupato dalla penuria di cibo. I draghi dovevano divorare diversi bovini adulti al giorno e il deserto offriva solo pochi rettili e qualche cammello. La sua vista era acutissima e aveva scorto il mare all’orizzonte. Ancora pochi giorni di viaggio - aveva sperato - e l’Oceano Rosso avrebbe permesso loro di avere cibo in abbondanza. Mentre volteggiava nei pressi dell’oasi in cerca di cibo, Kungran aveva individuato una centuria di Sterminatori. Con loro c’era certamente una Sapiente, altrimenti non li avrebbero trovati. Lasa-ar aveva sicuramente scoperto come assoggettare alla sua volontà la donna che li aveva scovati. I fuggiaschi si erano alzati in volo, ma la Sapiente li aveva colpiti. Kungran aveva percepito chiaramente il grido di dolore della Sapiente. Si chiamava Hayrin. Si era maledetta per ciò che aveva dovuto fare. Kungran sapeva che la donna era innocente: la progenie del Re Folle aveva individuato il loro Tempio Segreto dove era custodita la fiamma della loro sapienza. Imprigionando la fiamma gli Sterminatori, potevano costringere le Sapienti ad obbedire loro. Hayrin, però, aveva una tempra eccezionale. Così era riuscita a disobbedire, all’ultimo momento, all’ordine del suo carceriere. Aveva colpito i draghi, scatenando una tempesta di sabbia che li aveva costretti ad atterrare. Aveva separato Katya dai suoi figli, ma li aveva salvati celandoli a Lasa-ar. Ora, però, lo Sterminatore era lì. Kungran sapeva che avrebbe dovuto combattere.
Whyrm lo Sfavillante era consapevole di avere poco tempo. Non aveva quasi mai dormito da quando, giorni prima, gli era giunto l’urlo disperato di Katya. La sposa di Jahagl il Venerabile era stata separata dai propri figli e il suo dolore di madre aveva superato il Deserto e il Mare giungendo all’Isola di Fuoco. Il Signore Dorato avrebbe voluto piombare sulla Grande Valle con tutti i suoi draghi e con un esercito di Grandi Lucertole. Non poteva. L’Isola era stata sigillata da Arghanteron per impedire che gli uomini tentassero nuovamente di carpire il potere dei draghi. Arghateron aveva dato facoltà di scelta ai suoi sudditi e quattro stirpi di draghi avevano decidere di lasciare la loro terra, per vivere in quella degli uomini. Solo al Re dell’Isola di Fuoco era consentito attraversare i Cancelli Rossi. Per questo motivo, nessuno dei fuggiaschi avrebbe potuto raggiungere la salvezza sull’Isola, senza l’aiuto di Arghanteron. Solo lui poteva sciogliere il sigillo e permettere ai Draghi di lasciare l’Isola per combattere quella guerra e porre fine una volta per tutte all’Usurpatore. Per questo motivo aveva ordinato a Katya e al principe Ghared di trovarlo. Sperava che la giovane Sapiente trovasse Katya e la conducesse da Arghateron. In quel momento, però, Whyrm non aveva tempo di fantasticare. Aveva individuato Manto d’Ebano e la progenie di Jahagl. Kungran e i piccoli erano in pericolo. Le armature degli Sterminatori nereggiavano sulla sabbia bianchissima del deserto, gli elmi in foggia di lupo e i loro tubi che lanciavano fuoco venefico. Vide la Sapiente prostrata dallo sforzo di inibire i poteri di Kungran.
Lasa-ar assaporò il trionfo. Kungran Manto d’Ebano era un avversario temibile, ma era solo. Nonostante questo, il suo soffio aveva avvolto in una bruma mortale almeno trenta dei suoi Sterminatori. Questa volta, però, la Strega aveva collaborato. Era stato sufficiente gettare acqua gelida sulla fiamma della sua intelligenza, che era imprigionata nell’ametista dove l’aveva rinchiusa il suo Signore. Halin aveva collaborato a differenza di quella insulsa di Hayrin. Così il canto della Stregha aveva assorbito il potere di Manto d’Ebano. Ogni soffio nero del drago aveva ucciso gli uomini di Lasa-ar, ma era stato rivoltato contro di lui dalla Strega che, lentamente, ne aveva assorbito l’energia vitale.
Avrebbe portato l’enorme testa di Kungran al suo Signore. Dopo il fallimento con Hayrin, aveva temuto di perdere la stima del suo Re. Con quella vittoria, l’avrebbe riconquistata.
Un urlo di terrore lo distolse dai suoi pensieri. Era la Strega. Una tremenda sensazione si impadronì di lui. Come una furia si voltò verso le retrovie del suo schieramento e rimase impietrito.
Il drago più grande che mai avesse visto troneggiava nel cielo terso del meriggio. Era lungo almeno il doppio di Manto d’Ebano e la sua apertura alare era mostruosa. Il sole dardeggiante del deserto si rifletteva sulle scaglie dorate del drago, trasformandolo in un incubo fiammeggiante. Aveva solo sentito parlare dell’esistenza di quel mostro.
Whyrm lo Sfavillante.
Il Re dell’Isola di Fuoco piombò sugli Sterminatori senza pietà. Sembrò che il Sole stesso fosse precipitato sull’esercito dei Lupi Neri, incenerendolo.
“Ho fallito”. Gemette Lasa-ar Whyrm, mentre lo investiva un soffio di luce scintillante che lo abbacinò e lo arse come fosse un ramo secco, incendiato dal riflesso del sole.
Colui che i Draghi e i fedeli del principe Ghared chiamavano l’Usurpatore, imprecò. Lasa-ar era morto, ucciso da Whyrm lo sfavillante, assieme a cento Sterminatori di Draghi. Aveva eliminato Manto d’Ebano, ma i figli di Jahagl erano vivi e, ora, volavano verso l’incontro con la loro madre. Lasa-ar aveva liberato l’essenza del Re Folle dalla sua prigione di buio e aveva così dato vita a Dakran, l’Usurpatore, che ora piangeva il suo più potente servitore. Poche ore prima di apprendere quella notizia, il Re Folle si era sentito sicuro della vittoria finale. Adesso, però, quel trionfo era appeso ad un filo. Doveva impedire a Ghared di ricongiungersi con Endenielle e Katya. Poi si sarebbe occupato dello Sfavillante. di incontrarsi con Arghanteron Vento Argenteo. Per pochi minuti i suoi uomini avevano avuto in pugno il ragazzo, poi gli Uomini del Nord erano piombati su di loro per liberarlo. Quella variabile era sfuggitane suo piano. Gli abitanti dei Crinali Occidentali erano sempre rimasti neutrali. Perché ora si intromettevano in quel conflitto? Queste e altre domande turbavano colui che era stato il Re Folle. Perché i draghi stavano convergendo verso quelle cime aguzze ed inospitali?
“Muoviamoci!”. Ordinò al suo esercito, dalle armature di pece. Il Passo di Rhio era distante solo un giorno di cammino dalla sua armata. Sopra di lui, il Braccio Meridionale torreggiava con i suoi boschi innevati e le cime incoronate da nubi.
(Daniela Ori)
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