martedì 3 marzo 2009

Abbiamo finito

Abbiamo finito.
Con la pubblicazione dell'epilogo, la storia di Katya, Ghared, Whyrm, Endenielle e di tutti gli altri è giunta alla sua conclusione. Il nostro racconto ha, forse, qualche incongruenza ma nel complesso "tiene" e questo, trattandosi di un esperimento di scrittura collettiva (per altro con tempi moltro ristretti), è già un ottimo risultato. La storia, inoltre, è aritcolata e ricca di spunti. Complimenti a tutti.
Questa, almeno è la nostra impressione. Ci piacerebbe molto sapere che cosa ne pensate per cui vi esortiamo a commentare il calce a questo post sia il risultato finale dello scritto, sia tutto ciò che avete apprezzato e non apprezzato dell’iniziativa.
Ne approfitto anche per annunciarvi ufficialmente che presenteremo l'e-book ricavato da questo testo (insieme alle iniziative parallele fantasy e noir) alla manifestazione BOOK 2009, alle ore 16:30 di sabato 7 marzo presso il Foro Boario di Modena (per intenderci di fianco al Parco Novi Sad, sul retro della facoltà di Economia nello spazio in cui spesso il comune allestisce le mostre d'arte). Replicheremo poi all'interno della manifestazione “Scritture Metropolitane” il 13 marzo alle ore 17 presso la Biblioteca Comunale che si trova di fianco al Centro commerciale La Rotonda.
Intanto vi raccomando di continuate a visitare questo blog, perché continueremo ad aggiornarlo con tutte le notizie riguardanti il progetto!

Epilogo

“Addio”. Gli occhi indaco di Katya erano colmi di tristezza. Il dorso candido del drago mostrava le piaghe del combattimento, profonde striature rossastre. Katya era rimasta sospesa tra la vita e la morte per giorni e solo i poteri di Whyrm e delle Sapienti insieme l’avevano salvata.
“Siete ancora in tempo a cambiare idea”. Ghared, Re della Grande Valle e dei Crinali Occidentali sorrise all’enorme drago bianco.
“Ci sarà sempre posto per te e per i tuoi simili nel nostro regno”. Confermò Endenielle. Vestiva il manto blu notte della Sorellanza delle Sapienti che aveva istituito con le sue simili che erano rimaste fedeli al Patto di Sangue. Quelle che avevano ceduto al potere del Re Folle erano morte. Era stato necessario ucciderle anche se non erano colpevoli del loro tradimento: costituivano un pericolo per draghi e uomini in tutto il mondo.
La Sorellanza si era costituita nella caverna dove riposavano resti del possente Arghanteron. Le Sapienti erano figlie degli Uomini del Nord che veneravano la Conoscenza del grande drago. Un complesso rituale permetteva alle Sapienti di rimanere in comunione con l’Essenza di Arghanteron e con la sua conoscenza millenaria. Endenielle e Ghared si erano sposati unendo le tribù del nord e quelle della valle in un nuovo sodalizio, come aveva chiesto lo stesso Signore Argentato in punto di morte.
“Ormai gli uomini possono camminare da soli in questo mondo. La nostra presenza qui sarebbe solo di intralcio alla vostra civiltà. L’Usurpatore ha quasi vinto anche perché gli uomini ci hanno sempre delegato il compito di difenderli. Ora dovrete imparare a vivere con le vostre forze”.
“Capisco”. Ghared sapeva che il drago aveva ragione. Comprendeva anche che la Valle, da quel giorno in avanti non sarebbe più stata la stessa. “Addio”. Disse sfiorando con la mano le scaglie candide del drago. La pelle di Katya era vellutata e pulsava di potenza.
“Se avrete bisogno, le Sapienti sapranno raggiungerci e noi correremo in vostro aiuto”.
“Grazie”: Disse Endenielle trattenendo a stento le lacrime.
“Grazie a voi”. Rispose il drago prima di librarsi con grazia nel cielo terso. Whyrm lo Sfavillante l’attendeva in lontananza, assieme ad Halandor e Jaladrin. Quando Katya raggiunse il terzetto, Whyrm scese di qualche decina di piedi e lanciò il suo potente soffio, arcobaleno abbacinante nel blu.
Poi scomparve per sempre dal cielo della Valle.

(Gabriele Sorrentino e Marcello Ventilati)

sabato 28 febbraio 2009

Capitoli 7 e 9

Grazie a tutti.
La nostra storia è finita. Anche questa volta abbiamo preferito intervenire sui capitoli che ci erano arrivati per postarne due che chiudessero in maniera degna questa bella storia. Un grazie a Francesca e Alessandro che ci hanno seguito sino alla fine e a Daniela che ha partecipato con un capitolo fondamentale. In questi giorni la redazione scriverà e posterà l'Epilogo che concluderà la storia, poche righe, giusto per salutare i nostri amici. L'appuntamento, quindi è per il prossimo week end a Book Modena. Sul blog troverete le indicazioni sulla data e l'ora esatti della presentazione.
Grazie a tutti e a presto.
Gabriele e Marcello.

Capitolo 9

Tutto attorno le asce degli uomini che tre giorni prima lo avevano salvato stavano calando senza pietà sui resti della retroguardia dell’esercito dell’Usurpatore. Erano combattenti rabbiosi e violenti, sprezzanti della morte, senza dubbio ottimi alleati ma del tutto inaspettati: aveva sempre ritenuto gli Uomini del Nord una minaccia per Grande Valle, l’ennesimo popolo ostile da cui difendersi grazie ai draghi, ma evidentemente non era così. Anche questi uomini silenziosi, armati di grandi scuri, avevano una parte in tutto questo. Forse più importante di quanto avesse mai creduto, dopotutto erano gli abitanti delle montagne sotto alle quali da secoli riposava Arghanteron.

Ma non era il momento di fermarsi a pensare, doveva procedere velocemente. Se fosse stato sconfitto, il nemico avrebbe dato la caccia a Katya e alla ragazza. Doveva mantenere l’Usurpatore impegnato finché loro non avessero trovato Arghanteron. L’Usurpatore, però, era un combattente formidabile e Ghared stava avendo la peggio.

“Kaatyaa!! Katya dove sei?”
Edenielle stava vagando, sola, in un oscuro labirinto di tunnel nella roccia. I suoi occhi appannati dalle lacrime si abituarono al buio: scorse strani simboli sulle pareti, antiche parole in una lingua andata perduta; vide un passaggio, un arco diretto a una stanza, una caverna forse, da cui proveniva una luce bluastra, come una luminescenza naturale…era quella la sorgente del richiamo che la stava spingendo nelle profondità…
“Sono qui Edenielle, non avere paura. Apri gli occhi”. Adagiata e raccolta in una rientranza della roccia nelle profondità dei Crinali Occidentali, Katya mosse leggermente la coda, alzando il capo della ragazza che stava riposando circondata dal calore del suo corpo.
“Katya…io...credo di averlo trovato.”

Dalla cima del monte poteva vedere perfettamente la piccola valle oltre la quale si stagliavano, immersi nelle nuvole, i tre picchi maggiori dei Crinali Occidentali. “Quale dei tre?” Pensò Dakran mentre lottava col principe Ghared. Il ragazzo era ostinato ma presto sarebbe caduto. “In quale ti nascondi Arghanteron?”.

Si stava indebolendo, e così i suoi uomini. Durante i rituali aveva estirpato l’essenza vitale dei draghi e l’aveva distillata nel prezioso liquido che da millenni dava la vita al suo popolo. I draghi uccisi nella Grande Valle, però, non avevano nulla a che vedere con quelli che aveva eliminato all’inizio, molti secoli prima. Erano giovani e deboli e la loro essenza era un magro nutrimento per la sua stirpe. Aveva bisogno di Arghanteron.
Diede disposizioni agli ufficiali per far avanzare l’esercito, avrebbero disposto il campo base nella valle e da lì avrebbero proceduto a setacciare il massiccio più a Est: era lì che il drago più antico ancora in vita si nascondeva. Una fastidiosa sensazione di malessere invase il suo animo, come se un’enorme fiamma si fosse spenta, lasciando un grande maniero al gelo dell’inverno.

Avevano quasi raggiunto l’uscita. Edenielle seguiva Katya in silenzio.
Arghanteron era morto. Aveva accettato di aiutarle, pagando con la vita la sua scelta. “Gli Uomini del Nord sono come figli per me”. Aveva raccontato. Con loro dovrete stringere un nuovo Patto di Sangue”. Poi aveva usato la sua forza vitale per sciogliere il Sigillo.
Non era come si erano immaginate: il suo corpo, immerso nell’oscurità per molti secoli, aveva perso lo splendore ed era gradualmente avvizzito; gli occhi ciechi del grande drago erano spenti, così come la sua antica forza. Il drago aveva sacrificato la sua ultima stilla vitale per sciogliere il sigillo dell’isola di fuoco dopodichè era ricaduto esanime sulla fredda roccia. “Il potere di distruggere il re folle è stato donato agli uomini” aveva detto prima di morire. Mentre vacava l’uscita verso l’esterno Katya si chiese che cosa avesse voluto dire il grande drago d’argento con quella frase.
I suoi pensieri furono interrotti da una serie di crepitii e detonazioni, seguiti da una moltitudine di colpi sul suo corpo: guardò il suo ventre, dove le scaglie spezzate e dilaniate iniziavano a imbrattarsi di rosso e crollò al suolo.

“AMNORATH!!”
Ghared si lanciò a tasta bassa verso l’Usurpatore, menando colpi a chiunque gli si parasse davanti. Gli uomini del nord, anche se inferiori di numero, stavano portando scompiglio nel gruppo di sterminatori, che non si aspettavano un attacco: la metà di essi furono uccisi prima di rendersi conto di cosa stesse succedendo.
La battaglia intorno a loro infuriava con violenza. I suoi uomini erano in minoranza. Il clangore delle lame che cozzavano l’una sull’altra era assordante. Gli Sterminatori stavano vincendo. I figli di Katya erano appena cuccioli e solo Whyrm aiutava la loro causa ma era in difficoltà contro le sputafuoco degli Sterminatori e le Streghe. Ghared sentì le forze abbandonarlo. Stava per cedere. L’Usurpatore alzò la pesante spada per dargli il colpo di grazia.
Katya piombò sul Re Folle colpendolo. Endenielle era sul suo dorso candido. L’Usurpatore si preparò a combattere. Fu, però, una Strega a colpire Katya col suo potere. Il drago barcollò ed Endenielle cadde dal suo dorso in mezzo alla mischia. Fu un uomo del nord a salvarla da uno sterminatore. Katya barcollò e l’Usurpatore la colpì a distanza col tubo che sputava fiamma, il drago precipitò sfracellandosi al suolo.
“Assassino!” gridò Ghared quando l’Usurpatore si volse estraendo la spada dal corpo di Katya.
“Principe Ghared…finirò questa notte quello che ho lasciato a metà uccidendo tuo padre! Vieni avanti!”
La sete di vendetta e la rabbia guidavano la mano del principe, cercando in ogni modo di penetrare le difese dell’avversario e ignorando la dolorosa ferita alla schiena. Più volte andò a segno ma l’armatura di Dakran rifletteva gran parte dei colpi. La lunga spada dell’Usurpatore alla fine ebbe la meglio, ferendo profondamente Ghared all’addome. Mentre il suo sfidante crollava al suolo il re folle lasciò discendere la spada nell’arco che avrebbe dovuto infliggere il colpo di grazia ma inaspettatamente la lama del principe incontrò nuovamente la sua.
Ghared aveva sentito percorrere il suo corpo da una rinnovata energia. Poteva quasi avvertire il flusso provenire…era la spada! Le incisioni sulla lama rilucevano di una luce argentea e sprizzavano scintille a contatto con il metallo dell’arma dell’usurpatore. Ghared capì che aveva il potere di sconfiggere il suo avversario, si rialzò, incalzò Dakran fino alla parete rocciosa infondendo tutta la sua forza nei colpi letali con cui stava bersagliando il nemico. L’Usurpatore tentò un ultimo disperato affondo ma la spada di Ghared lo rese inefficace mandando in frantumi la lama.
“Nooo!”. Ruggì l’Usurpatore. Decine di enormi draghi, i più grandi che Ghared avesse mai visto apparvero all’orizzonte, ferite sfavillanti nella notte.
I Draghi dell’Isola di Fuoco.
“Per mio Padre, per i miei uomini, per i draghi!”. La spada calò sul Re Folle, uccidendolo all’istante, in un sfrigolio di nebbia giallastra.

In lontananza si sentivano rumori di battaglia. robabilmente i draghi dell’isola di fuoco erano arrivati e stavano spazzando via il resto dell’esercito dell’usurpatore. Il re folle giaceva morto in posizione scomposta, la carne che rapidamente si incartapecoriva, come se i secoli di immortalità passassero ora sul suo corpo. Davanti a lui, ricoperto di sangue, il giovane che la aveva salvata dagli sterminatori.
Edenielle si avvicinò a Katya che giaceva immota a terra. Ora tutti la stavano guardando. Il suo vestito era impregnato di una sostanza che brillava alla luce della luna. China sulla grande testa del drago bianco impugnò dolcemente un lembo della veste e strizzò piano lasciando cadere alcune gocce argentate.
Lentamente Katya aprì gli occhi, e sorrise.

(Alessandro Bertoni )

Capitolo 8

“ Principe Ghared. ”
Whyrm avvicinò il muso al fianco del ragazzo, mentre veniva medicato da Jenn, uno degli uomini del nord che si erano battuti con più coraggio.
Il principe fece di tutto per non sussultare, ma quello scontro con Lasa-ar aveva lasciato il segno, non riusciva a non pensare che si trovava lì soltanto per l’arrivo tempestivo di Kurgran. Il drago si era sacrificato per lui, e non avrebbe mai potuto ringraziarlo.
“Principe, ci dobbiamo rimettere in marcia, so che sei ferito, ma se non ci riuniamo subito, l’Usurpatore avrà un esercito sempre superiore con il quale poter vincere. ”
Ghared annuì, ringraziando Jenn e cercando di stabilizzarsi sulle gambe stanche. “ Verranno davvero, signore ” chiese allo Sfavillante. “ … draghi più antichi che possano sconfiggere l’Usurpatore? ”
“ Ne sono convinto. E tu dovrai esserci, perché il Patto porti alla rinascita di una pace tra le nostre stirpi. Non ci dovrà essere più nessun Folle ad asservire le nostre terre. ”
“ Andiamo, allora. ”
Gli uomini scesi dai Crinali orientali erano più che mai decisi a fornire le loro forze anche nella battaglia decisiva. Sarebbe stato da incoscienti pensare che il Re Folle non avesse riserve per gli Sterminatori uccisi. In più, c’erano le streghe che aveva trovato il modo di asservire. Una di loro aveva attaccato Kurgran, permettendo all’Usurpatore l’affondo finale. Era quel potere a preoccupare maggiormente Ghared, perché colpiva vigliaccamente.
Nel marciare in testa a quel neonato esercito, una forza che si doveva ancora compattare ma che aveva sicuramente un ideale comune, il giovane guardò in alto, verso le immense figure alate che ora li guidavano: la rassicurante presenza dello Sfavillante, il volo ancora incerto dei cuccioli che Kurgran aveva messo al riparo.
Non voleva pensare un istante di più all’eventualità che l’Usurpatore potesse vincere, uccidendo anche loro. Qualsiasi incantesimo possedessero gli Sterminatori, non potevano lasciare che dilaniassero tutto il loro mondo.
“Attenti! ” gridò qualcuno dal termine della lunga fila.
“ Principe! ” giunse nello stesso istante l’avvertimento da Whyrm.
Non ci fu il tempo di imprecare, soltanto quello di sfoderare la spada e lottare contro il primo di una squadra di Sterminatori.
Si sono resi invisibili!
Sembravano davvero nascere dal nulla, le loro corazze scure coloravano le rocce attorno a loro come insetti enormi e letali. Alcuni di essi attaccarono gli uomini, ma in quel mulinare di lame Ghared intravide molte delle loro teste alzarsi verso i draghi.
“ Noo! ”
La mole dello Sfavillante era come raddoppiata nella sua furia, ma finché l’Usurpatore fosse riuscito a tenerli impegnati in due battaglie parallele…non avevano possibilità di aiutarsi realmente l’un l’altro.
Ed eccolo ridere di loro, il Re Folle, lucente nella sua armatura, scelta per quella che sentiva già una vittoria. Quando lo vide avanzare verso di lui, Ghared aveva respinto a fatica uno degli Sterminatori, per di più senza riuscire a renderlo inoffensivo. Ansimante, non poté fare altro che cercare di riprendere fiato e concentrazione, quando capì che aveva deciso di scontrarsi proprio con lui.
“ Come farete adesso, eh? ” lo denigrò la voce asciutta da dietro l’elmo.
L’aria si fece progressivamente più densa e soffocante. Un istante dopo, l’Usurpatore attaccò, non soltanto con la spada, che stridette contro la lama di Ghared. Attaccò con un’arma che Ghared percepì e non poté respingere. Il principe serrò i denti, tenendo faticosamente l’equilibrio sotto il peso del nemico.
Tentò di orientarsi, di capire dove fossero Whyrm e i due figli di Katya, cercò con lo sguardo dove stessero combattendo Jenn e gli altri, ma le sue percezioni e i suoi sensi non collaborarono. Erano come…spenti.
“ Vedo che hai capito ” disse Dakran. “ Non ci saranno altri draghi a salvarvi, principe. Il tempo dei draghi è finito. ”
Alzare nuovamente la spada costò a Ghared un sforzo indescrivibile, fu come dover rompere una guaina di cuoio divenuta un sudario, un bozzolo maligno che si oppose al più semplice movimento.
Il principe urlò tutta la sua frustrazione, ignorando la risata del Re Folle, liberando tutta la sua collera al pensiero che ogni istante poteva decretare la morte di decine di uomini attorno a lui…e che lui non poteva aiutarli.
“Sei ridicolo ” volle umiliarlo Dakran, sovrastandolo. Ghared era sul punto di accasciarsi a terra, ma non voleva cedere.
“ I miei figli, le mie creature regneranno su queste terre. La strega ha ceduto come aveva fatto sua sorella. Mi consegnerà lei stessa gli ultimi draghi. ”
“ No! ” gridò il giovane, avventandosi contro la figura ben più massiccia dell’Usurpatore.
Lo costrinse a indietreggiare di qualche passo, ma all’improvviso lo vide sparire in quell’invisibile densità stregata. Prima di avere i tempo di voltarsi, Ghared sentì un taglio aprirsi sulla propria schiena, tra le scapole, poco profondo ma sufficiente a sorprenderlo e indebolirlo.

(Francesca Poggioli)

domenica 22 febbraio 2009

Ultimo Sforzo

Siamo stati fortunati. Anche questa volta sono giunti due capitoli che, con un po’ di editing abbiamo potuto pubblicare in sequenza come capitolo 6 e 7. Abbiamo scelto questa soluzione perché la storia andava portata verso la sua conclusione. Il Capitolo di Francesca (postato come Capitolo 6) faceva incontrare Endenielle e i draghi e spiegava alcune interessanti particolarità del rapporto tra Sapienti e progenie di Whyrm. Il Capitolo di Daniela (postato come Capitolo 7) era un perfetto raccordo tra tutti i filoni narrativi della storia che ci permetterà di giungere alla conclusione. Il prossimo capitolo, infatti, l’ottavo, deve essere l’ultimo. In questo capitolo tutto dovrà risolversi, salvo l’eventuale epilogo che scriveremo come redazione se fosse necessario. Come le autrici noteranno, abbiamo editato in maniera “invasiva” il loro capitoli. È stato necessario procedere in questo modo proprio per dare l’ultima sterzata alla storia che può così imboccare la strettoia finale. Ringrazio Francesca, Daniela e tutti coloro che hanno partecipato per la collaborazione. Ora l’ultimo capitolo, l’ottavo. La scadenza è la mezzanotte di venerdì 26 febbraio 2008. Inviate il file a bookmodena.fantasy@gmail.com. Buona fortuna!

Capitolo 7

Endenielle e Katya attraversarono il Braccio Meridionale dei Crinali Occidentali, quando il Mese del Sole Morente stava terminando. La Festa del Passaggio dall’inverno alla primavera si sarebbe tenuta nella Grande Valle quattro giorni più tardi. Loro, però, non l’avrebbe festeggiata. Avrebbero superato un passo minore, a nord di Porta di Ponente, nella speranza di non incontrare gli uomini dell’Usurpatore che ormai controllavano gran parte dei passi, anche da quella parte della Valle. Sarebbero riusciti a rintracciare Arghanteron Vento Argenteo? Stretta al drago bianco, Endenielle aveva freddo.

“Nascondetevi”. Kurgran Manto d’Ebano era stanco. Il sole lanciava dardi roventi sul Deserto Ignoto, riflettendosi sulla biancheggiante distesa di rocce calcaree in riflessi abbacinanti. Infine, gli Sterminatori erano giunti sino a loro. Erano trascorsi diversi giorni da quando Lasa-ar li aveva scovati poche miglia all’interno del deserto, in una bella oasi. Halandor e Jalandrin erano stanchi. Le loro acerbe ali si affaticavano facilmente e così i fuggiaschi erano atterrati per rifocillarsi. Kungran era preoccupato dalla penuria di cibo. I draghi dovevano divorare diversi bovini adulti al giorno e il deserto offriva solo pochi rettili e qualche cammello. La sua vista era acutissima e aveva scorto il mare all’orizzonte. Ancora pochi giorni di viaggio - aveva sperato - e l’Oceano Rosso avrebbe permesso loro di avere cibo in abbondanza. Mentre volteggiava nei pressi dell’oasi in cerca di cibo, Kungran aveva individuato una centuria di Sterminatori. Con loro c’era certamente una Sapiente, altrimenti non li avrebbero trovati. Lasa-ar aveva sicuramente scoperto come assoggettare alla sua volontà la donna che li aveva scovati. I fuggiaschi si erano alzati in volo, ma la Sapiente li aveva colpiti. Kungran aveva percepito chiaramente il grido di dolore della Sapiente. Si chiamava Hayrin. Si era maledetta per ciò che aveva dovuto fare. Kungran sapeva che la donna era innocente: la progenie del Re Folle aveva individuato il loro Tempio Segreto dove era custodita la fiamma della loro sapienza. Imprigionando la fiamma gli Sterminatori, potevano costringere le Sapienti ad obbedire loro. Hayrin, però, aveva una tempra eccezionale. Così era riuscita a disobbedire, all’ultimo momento, all’ordine del suo carceriere. Aveva colpito i draghi, scatenando una tempesta di sabbia che li aveva costretti ad atterrare. Aveva separato Katya dai suoi figli, ma li aveva salvati celandoli a Lasa-ar. Ora, però, lo Sterminatore era lì. Kungran sapeva che avrebbe dovuto combattere.
Whyrm lo Sfavillante era consapevole di avere poco tempo. Non aveva quasi mai dormito da quando, giorni prima, gli era giunto l’urlo disperato di Katya. La sposa di Jahagl il Venerabile era stata separata dai propri figli e il suo dolore di madre aveva superato il Deserto e il Mare giungendo all’Isola di Fuoco. Il Signore Dorato avrebbe voluto piombare sulla Grande Valle con tutti i suoi draghi e con un esercito di Grandi Lucertole. Non poteva. L’Isola era stata sigillata da Arghanteron per impedire che gli uomini tentassero nuovamente di carpire il potere dei draghi. Arghateron aveva dato facoltà di scelta ai suoi sudditi e quattro stirpi di draghi avevano decidere di lasciare la loro terra, per vivere in quella degli uomini. Solo al Re dell’Isola di Fuoco era consentito attraversare i Cancelli Rossi. Per questo motivo, nessuno dei fuggiaschi avrebbe potuto raggiungere la salvezza sull’Isola, senza l’aiuto di Arghanteron. Solo lui poteva sciogliere il sigillo e permettere ai Draghi di lasciare l’Isola per combattere quella guerra e porre fine una volta per tutte all’Usurpatore. Per questo motivo aveva ordinato a Katya e al principe Ghared di trovarlo. Sperava che la giovane Sapiente trovasse Katya e la conducesse da Arghateron. In quel momento, però, Whyrm non aveva tempo di fantasticare. Aveva individuato Manto d’Ebano e la progenie di Jahagl. Kungran e i piccoli erano in pericolo. Le armature degli Sterminatori nereggiavano sulla sabbia bianchissima del deserto, gli elmi in foggia di lupo e i loro tubi che lanciavano fuoco venefico. Vide la Sapiente prostrata dallo sforzo di inibire i poteri di Kungran.
Lasa-ar assaporò il trionfo. Kungran Manto d’Ebano era un avversario temibile, ma era solo. Nonostante questo, il suo soffio aveva avvolto in una bruma mortale almeno trenta dei suoi Sterminatori. Questa volta, però, la Strega aveva collaborato. Era stato sufficiente gettare acqua gelida sulla fiamma della sua intelligenza, che era imprigionata nell’ametista dove l’aveva rinchiusa il suo Signore. Halin aveva collaborato a differenza di quella insulsa di Hayrin. Così il canto della Stregha aveva assorbito il potere di Manto d’Ebano. Ogni soffio nero del drago aveva ucciso gli uomini di Lasa-ar, ma era stato rivoltato contro di lui dalla Strega che, lentamente, ne aveva assorbito l’energia vitale.
Avrebbe portato l’enorme testa di Kungran al suo Signore. Dopo il fallimento con Hayrin, aveva temuto di perdere la stima del suo Re. Con quella vittoria, l’avrebbe riconquistata.
Un urlo di terrore lo distolse dai suoi pensieri. Era la Strega. Una tremenda sensazione si impadronì di lui. Come una furia si voltò verso le retrovie del suo schieramento e rimase impietrito.
Il drago più grande che mai avesse visto troneggiava nel cielo terso del meriggio. Era lungo almeno il doppio di Manto d’Ebano e la sua apertura alare era mostruosa. Il sole dardeggiante del deserto si rifletteva sulle scaglie dorate del drago, trasformandolo in un incubo fiammeggiante. Aveva solo sentito parlare dell’esistenza di quel mostro.
Whyrm lo Sfavillante.
Il Re dell’Isola di Fuoco piombò sugli Sterminatori senza pietà. Sembrò che il Sole stesso fosse precipitato sull’esercito dei Lupi Neri, incenerendolo.
“Ho fallito”. Gemette Lasa-ar Whyrm, mentre lo investiva un soffio di luce scintillante che lo abbacinò e lo arse come fosse un ramo secco, incendiato dal riflesso del sole.

Colui che i Draghi e i fedeli del principe Ghared chiamavano l’Usurpatore, imprecò. Lasa-ar era morto, ucciso da Whyrm lo sfavillante, assieme a cento Sterminatori di Draghi. Aveva eliminato Manto d’Ebano, ma i figli di Jahagl erano vivi e, ora, volavano verso l’incontro con la loro madre. Lasa-ar aveva liberato l’essenza del Re Folle dalla sua prigione di buio e aveva così dato vita a Dakran, l’Usurpatore, che ora piangeva il suo più potente servitore. Poche ore prima di apprendere quella notizia, il Re Folle si era sentito sicuro della vittoria finale. Adesso, però, quel trionfo era appeso ad un filo. Doveva impedire a Ghared di ricongiungersi con Endenielle e Katya. Poi si sarebbe occupato dello Sfavillante. di incontrarsi con Arghanteron Vento Argenteo. Per pochi minuti i suoi uomini avevano avuto in pugno il ragazzo, poi gli Uomini del Nord erano piombati su di loro per liberarlo. Quella variabile era sfuggitane suo piano. Gli abitanti dei Crinali Occidentali erano sempre rimasti neutrali. Perché ora si intromettevano in quel conflitto? Queste e altre domande turbavano colui che era stato il Re Folle. Perché i draghi stavano convergendo verso quelle cime aguzze ed inospitali?
“Muoviamoci!”. Ordinò al suo esercito, dalle armature di pece. Il Passo di Rhio era distante solo un giorno di cammino dalla sua armata. Sopra di lui, il Braccio Meridionale torreggiava con i suoi boschi innevati e le cime incoronate da nubi.

(Daniela Ori)