domenica 22 febbraio 2009

Capitolo 6

“ Cercaci. ”
La voce risuonò nella mente di Edenielle, pacata eppure maestosa.
“ Cercaci, sei rimasta solo tu. Il Patto ha bisogno anche di te, l’ultima delle streghe che sapevano ascoltare…e parlare con la mia stirpe. ”
Edenielle scivolò a terra, la schiena contro la roccia sulla quale aveva cominciato il proprio turno di guardia, all’estremità dello spazio che avevano eretto a loro bivacco. Sakran e Fardin erano due compagni di viaggio silenziosi, ma molto abili a destreggiarsi tra foreste e boschi innevati. Endenielle ringraziò gli Dèi, per il dono di averli incontrati. Era la seconda notte di viaggio, per lei l’ennesima popolata da incubi. Non voleva più chiudere occhio, se poteva evitarlo, ma la stanchezza del corpo reclamava un’attenzione che non poteva più ignorare, se voleva conservare la lucidità.
Quella voce nella sua mente stava cambiando tutto. Non poteva essere ignorata.
La terrorizzava, toccava il suo cuore, completamente indifeso a causa della morte di Hairyn.
Niente di quello che aveva sperato di riuscire a fare era possibile.
“ Non è vero, ragazza ” si unì una voce diversa, “ non è così. Nemmeno io ho perso la speranza di ritrovare i miei figli. Se cederai, tua sorella morirà una seconda volta. ”
La tristezza che permeava quel timbro vocale fu peggiore di qualsiasi giudizio Edenielle avesse potuto immaginare. La voce di una madre, la voce del drago che l’Usurpatore aveva voluto colpire, usando il potere di Hairyn.
“ Tu e il giovane Ghared siete la via per rinsaldare l’alleanza. Io ti prego, devi trovare il coraggio. Devi aiutarci a trovare il solo drago che può ancora fare qualcosa. ”
Non sa a chi lo sta chiedendo, si disse Edenielle.
“Oh, io credo proprio che lo sappiano, giovane strega ” disse la voce alle sue spalle, mentre due braccia la bloccavano da dietro. “ E rimpiangeranno amaramente di aver cercato la tua mente. ”
Gli Sterminatori piombarono su di loro, le corazze color pece e gli elmi in foggia di lupo ringhiante. Una lama scintillò nel buio e Sakran rantolò di morte prima di potersi alzare dal giaciglio. Fardin fu più lesto e si erse innanzi al fuoco con la spada in pugno.
No, doveva riuscire a scappare, ad avvertirli!
“ Voi, feccia, non vi arrendete mai, nemmeno con un cappio al collo? ”.
Come aveva fatto a carpire la voce del drago nei suoi pensieri?
La morsa sulle sue braccia sembrò diventare di ferro, e la magia di Edenielle imboccò canali che non aveva nemmeno mai immaginato di possedere. La disperazione alimentò se stessa, annebbiando ogni razionalità; non vide più nulla, non sentì più nulla, voleva solo liberarsi da quelle mani e per riuscirvi colpì.
Il soldato che la teneva indietreggiò soltanto con il corpo, non allentò la presa all’altezza dei suoi gomiti.
“ Lasciala a me ” ordinò il centurione degli Sterminatori, riconoscibile per il mantello color porpora. “Occupatevi del ragazzo”
“ Noo! ” gridò lei, scalciando con tutte le sue forze, fino a che una corda ruvida non le circondò il collo, annodandosi con uno strattone che le fece strabuzzare gli occhi.
Tentò di colpire di nuovo, ma si ritrovò a terra, ai piedi del centurione.
Sentiva un fuoco divampare sotto pelle, la testa sul punto di scoppiarle, colma di urla che non erano soltanto le sue, vi erano anche quelle dei draghi, che reagivano rabbiosi al suo dolore.
“ Coraggio, chiamali ” Il sorriso dello Sterminatore era un digrignare di denti, appena percepibile oltre la maschera ringhiante di lupo. “Chiama in aiuto i tuoi amati draghi. Forse ti rivelerai più utile di quanto sia stata tua sorella. ”

Un tuono rombò tra le rocce, incrinando per un breve istante la sicurezza dello Sterminatore; subito dopo, un silenzio irreale lo inghiottì ogni suono. In quell’immobilità, anche il cuore di Edenielle sembrò aver cessato i suoi battiti.
“Portatela nel carro! Non ci fermeremo fino a che non saremo di fronte al Re”.
Il drago proprio allora sorvolò l’area rocciosa, oscurando il cielo che volgeva all’alba, spalancando le fauci in risposta alle prime frecce che mirarono alla sua corazza.
La fiammata punì i due arcieri che si erano appena esposti; un cieco terrore pietrificò Edenielle, quando la testa della creatura si volse nella sua direzione. Fu in quel momento che vide una macchia sul lungo dorso di scaglie lucenti.
Non ebbe il tempo di capire: inaspettatamente, il centurione la gettò di lato, mandandola a sbattere contro un masso. L’impatto con la superficie appuntita le strappò un gemito.
Quando riuscì a riaprire gli occhi, almeno tre gruppi di soldati erano comparsi agli ordini di Lasa-ar. Lance e sfere chiodate costrinsero il drago a salire di nuovo per schivarle.
La voce del drago parlò di nuovo nella sua mente: “ Devi aiutarci, ci sono Sterminatori ovunque! Da sola non posso… scendere a prenderti. ”
Il centurione rise apertamente, reclamando vicino a sé Edenielle con un unico strattone alla corda. Fu come una frustata, per lei. Un marchio apposto sul suo potere.
“ Colpiscili, adesso! Mostrami il tuo tocco. ”
“ Noo! ” urlò il giovane uomo che si lasciò cadere dal dorso del drago.
Gli Sterminatori furono veloci ad accerchiarlo e la scena sembrò divertire molto lo Sterminatore, che si mosse verso il ragazzo con estrema calma. “Non puoi impedire che la mia strega obbedisca, non può sottrarsi al potere di uno Sterminatore”.
“ Sono disposto a ucciderla, se servirà a non renderla tua ” rispose l’altro, bilanciando la lama davanti a sé mentre l’uomo col mantello estraeva la propria.
Nella morsa del luogotenente, Edenielle desiderò davvero la morte. La preferiva al ritorno di quel dolore, alla consapevolezza di esser stata anche lei un’arma nelle mani dell’Usurpatore. Non le restava altro.
“Tieniti pronta. Farà male. ”
Soltanto il nuovo messaggio del drago alla sua coscienza le permise di mantenere i nervi saldi, mentre assisteva impotente ai primi affondi del centurione, un abile spadaccino a confronto con un giovane sconosciuto che impugnava la spada con coraggio, ma che sembrava troppo stanco e provato per resistere a lungo.
Le mani di Edenielle strinsero convulsamente la corda che cominciava a segnarle il collo.
Poi una forza indescrivibile la afferrò, gli artigli la agguantarono e le zampe del drago la circondarono, alzandola in volo. Solo giunta a sei piedi di altezza, sperimentò il dolore che il drago le aveva annunciato: dover affrontare lo spezzarsi improvviso dell’incantesimo con cui lo Sterminatore stava iniziando a dominarla. Se fosse rimasta lì ancora pochi istanti…
Il pensiero di quel controllo sulla sua mente la disgustò. Sotto di loro, il ragazzo faceva l’impossibile per fronteggiare lo Sterminatore. “Non può farcela! Devi portare in salvo anche lui!”
“ Lui ha la sua missione da compiere, tu hai la tua. Dobbiamo trovare i rinforzi. Noi voleremo verso il passo di Rhio e cercheremo Arghateron, il più potente tra i draghi”.

(Francesca Poggioli)

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