sabato 28 febbraio 2009

Capitolo 9

Tutto attorno le asce degli uomini che tre giorni prima lo avevano salvato stavano calando senza pietà sui resti della retroguardia dell’esercito dell’Usurpatore. Erano combattenti rabbiosi e violenti, sprezzanti della morte, senza dubbio ottimi alleati ma del tutto inaspettati: aveva sempre ritenuto gli Uomini del Nord una minaccia per Grande Valle, l’ennesimo popolo ostile da cui difendersi grazie ai draghi, ma evidentemente non era così. Anche questi uomini silenziosi, armati di grandi scuri, avevano una parte in tutto questo. Forse più importante di quanto avesse mai creduto, dopotutto erano gli abitanti delle montagne sotto alle quali da secoli riposava Arghanteron.

Ma non era il momento di fermarsi a pensare, doveva procedere velocemente. Se fosse stato sconfitto, il nemico avrebbe dato la caccia a Katya e alla ragazza. Doveva mantenere l’Usurpatore impegnato finché loro non avessero trovato Arghanteron. L’Usurpatore, però, era un combattente formidabile e Ghared stava avendo la peggio.

“Kaatyaa!! Katya dove sei?”
Edenielle stava vagando, sola, in un oscuro labirinto di tunnel nella roccia. I suoi occhi appannati dalle lacrime si abituarono al buio: scorse strani simboli sulle pareti, antiche parole in una lingua andata perduta; vide un passaggio, un arco diretto a una stanza, una caverna forse, da cui proveniva una luce bluastra, come una luminescenza naturale…era quella la sorgente del richiamo che la stava spingendo nelle profondità…
“Sono qui Edenielle, non avere paura. Apri gli occhi”. Adagiata e raccolta in una rientranza della roccia nelle profondità dei Crinali Occidentali, Katya mosse leggermente la coda, alzando il capo della ragazza che stava riposando circondata dal calore del suo corpo.
“Katya…io...credo di averlo trovato.”

Dalla cima del monte poteva vedere perfettamente la piccola valle oltre la quale si stagliavano, immersi nelle nuvole, i tre picchi maggiori dei Crinali Occidentali. “Quale dei tre?” Pensò Dakran mentre lottava col principe Ghared. Il ragazzo era ostinato ma presto sarebbe caduto. “In quale ti nascondi Arghanteron?”.

Si stava indebolendo, e così i suoi uomini. Durante i rituali aveva estirpato l’essenza vitale dei draghi e l’aveva distillata nel prezioso liquido che da millenni dava la vita al suo popolo. I draghi uccisi nella Grande Valle, però, non avevano nulla a che vedere con quelli che aveva eliminato all’inizio, molti secoli prima. Erano giovani e deboli e la loro essenza era un magro nutrimento per la sua stirpe. Aveva bisogno di Arghanteron.
Diede disposizioni agli ufficiali per far avanzare l’esercito, avrebbero disposto il campo base nella valle e da lì avrebbero proceduto a setacciare il massiccio più a Est: era lì che il drago più antico ancora in vita si nascondeva. Una fastidiosa sensazione di malessere invase il suo animo, come se un’enorme fiamma si fosse spenta, lasciando un grande maniero al gelo dell’inverno.

Avevano quasi raggiunto l’uscita. Edenielle seguiva Katya in silenzio.
Arghanteron era morto. Aveva accettato di aiutarle, pagando con la vita la sua scelta. “Gli Uomini del Nord sono come figli per me”. Aveva raccontato. Con loro dovrete stringere un nuovo Patto di Sangue”. Poi aveva usato la sua forza vitale per sciogliere il Sigillo.
Non era come si erano immaginate: il suo corpo, immerso nell’oscurità per molti secoli, aveva perso lo splendore ed era gradualmente avvizzito; gli occhi ciechi del grande drago erano spenti, così come la sua antica forza. Il drago aveva sacrificato la sua ultima stilla vitale per sciogliere il sigillo dell’isola di fuoco dopodichè era ricaduto esanime sulla fredda roccia. “Il potere di distruggere il re folle è stato donato agli uomini” aveva detto prima di morire. Mentre vacava l’uscita verso l’esterno Katya si chiese che cosa avesse voluto dire il grande drago d’argento con quella frase.
I suoi pensieri furono interrotti da una serie di crepitii e detonazioni, seguiti da una moltitudine di colpi sul suo corpo: guardò il suo ventre, dove le scaglie spezzate e dilaniate iniziavano a imbrattarsi di rosso e crollò al suolo.

“AMNORATH!!”
Ghared si lanciò a tasta bassa verso l’Usurpatore, menando colpi a chiunque gli si parasse davanti. Gli uomini del nord, anche se inferiori di numero, stavano portando scompiglio nel gruppo di sterminatori, che non si aspettavano un attacco: la metà di essi furono uccisi prima di rendersi conto di cosa stesse succedendo.
La battaglia intorno a loro infuriava con violenza. I suoi uomini erano in minoranza. Il clangore delle lame che cozzavano l’una sull’altra era assordante. Gli Sterminatori stavano vincendo. I figli di Katya erano appena cuccioli e solo Whyrm aiutava la loro causa ma era in difficoltà contro le sputafuoco degli Sterminatori e le Streghe. Ghared sentì le forze abbandonarlo. Stava per cedere. L’Usurpatore alzò la pesante spada per dargli il colpo di grazia.
Katya piombò sul Re Folle colpendolo. Endenielle era sul suo dorso candido. L’Usurpatore si preparò a combattere. Fu, però, una Strega a colpire Katya col suo potere. Il drago barcollò ed Endenielle cadde dal suo dorso in mezzo alla mischia. Fu un uomo del nord a salvarla da uno sterminatore. Katya barcollò e l’Usurpatore la colpì a distanza col tubo che sputava fiamma, il drago precipitò sfracellandosi al suolo.
“Assassino!” gridò Ghared quando l’Usurpatore si volse estraendo la spada dal corpo di Katya.
“Principe Ghared…finirò questa notte quello che ho lasciato a metà uccidendo tuo padre! Vieni avanti!”
La sete di vendetta e la rabbia guidavano la mano del principe, cercando in ogni modo di penetrare le difese dell’avversario e ignorando la dolorosa ferita alla schiena. Più volte andò a segno ma l’armatura di Dakran rifletteva gran parte dei colpi. La lunga spada dell’Usurpatore alla fine ebbe la meglio, ferendo profondamente Ghared all’addome. Mentre il suo sfidante crollava al suolo il re folle lasciò discendere la spada nell’arco che avrebbe dovuto infliggere il colpo di grazia ma inaspettatamente la lama del principe incontrò nuovamente la sua.
Ghared aveva sentito percorrere il suo corpo da una rinnovata energia. Poteva quasi avvertire il flusso provenire…era la spada! Le incisioni sulla lama rilucevano di una luce argentea e sprizzavano scintille a contatto con il metallo dell’arma dell’usurpatore. Ghared capì che aveva il potere di sconfiggere il suo avversario, si rialzò, incalzò Dakran fino alla parete rocciosa infondendo tutta la sua forza nei colpi letali con cui stava bersagliando il nemico. L’Usurpatore tentò un ultimo disperato affondo ma la spada di Ghared lo rese inefficace mandando in frantumi la lama.
“Nooo!”. Ruggì l’Usurpatore. Decine di enormi draghi, i più grandi che Ghared avesse mai visto apparvero all’orizzonte, ferite sfavillanti nella notte.
I Draghi dell’Isola di Fuoco.
“Per mio Padre, per i miei uomini, per i draghi!”. La spada calò sul Re Folle, uccidendolo all’istante, in un sfrigolio di nebbia giallastra.

In lontananza si sentivano rumori di battaglia. robabilmente i draghi dell’isola di fuoco erano arrivati e stavano spazzando via il resto dell’esercito dell’usurpatore. Il re folle giaceva morto in posizione scomposta, la carne che rapidamente si incartapecoriva, come se i secoli di immortalità passassero ora sul suo corpo. Davanti a lui, ricoperto di sangue, il giovane che la aveva salvata dagli sterminatori.
Edenielle si avvicinò a Katya che giaceva immota a terra. Ora tutti la stavano guardando. Il suo vestito era impregnato di una sostanza che brillava alla luce della luna. China sulla grande testa del drago bianco impugnò dolcemente un lembo della veste e strizzò piano lasciando cadere alcune gocce argentate.
Lentamente Katya aprì gli occhi, e sorrise.

(Alessandro Bertoni )

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