Negli oscuri meandri del suo angusto rifugio, Katya pianse. Lacrime salate le umettarono i grandi occhi rossi dal taglio allungato, ruscellando poi sul grosso naso sino a scivolarle nella bocca semiaperta e gocciolarle sull’enorme collo.
La sua vista acuta scorgeva Halandor e Jaladrin raggomitolati in un angolo. Per grazia degli Dèi erano riusciti a prendere sonno ma i brontolii e i continui movimenti dei loro tozzi corpi tradivano la presenza di incubi scuri che venivano a tormentarli. Del resto come avrebbero mai potuto essere sereni? Il loro padre, Jahagl il Venerabile era stato ucciso appena tre giorni prima, il suo manto bianco sporcato del sangue del tradimento. L’intera progenie dei Draghi bianchi era stata spazzata via dai Crinali Orientali. Le loro case di roccia erano state saccheggiate, le uova distrutte.
L’Usurpatore aveva giurato di ucciderli tutti, di spazzare via la loro progenie dalla Grande Valle. Per secoli i loro popoli avevano vissuto in pace. Gli uomini nelle loro città e i draghi nelle case di roccia scavate alle propaggini delle montagne. Secondo il Patto di Sangue gli uomini offrivano offerto cibo ai draghi che, in cambio, proteggevano in cambio i passi di accesso alla Grande Valle, contro i beduini del Deserto Ignoto e gli uomini del nord.
Era stato l’Usurpatore a cambiare le cose. Nessuno sapeva chi fosse o da dove venisse. Aveva ucciso il Re degli Uomini e aveva preso il potere, schiacciando ogni opposizione. Lui e la sua guardia personale si facevano chiamare Sterminatori di Draghi.
Aveva insegnato agli uomini a combattere e a difendersi da soli.
“Vi libererò dalla vostra schiavitù”. Aveva promesso ai capi villaggio riuniti in assemblea.
I primi draghi erano morti avvelenati, mangiando con fiducia il cibo avvelenato che gli uomini avevano loro somministrato. Quando Jahagl il Venerabile e Kurgran Manto d’Ebano avevano compreso l’inganno, allora era scoppiata stata la guerra. L’Usurpatore aveva messo in campo il suo esercito di Sterminatori di Draghi, armati con tubi che lanciavano fuoco, riuscendo a colpire da lontano e di lame che bruciavano al contatto con la spessa pelle dei draghi.
Presi alla sprovvista, decine di draghi erano stati sterminati. I primi ad essere distrutti erano stati i draghi Verdi, piccoli e privi di ali, poi quelli Blu che abitavano i laghi alpini della Catena Settentrionale. Lo scontro più sanguinoso era stato con i Bianchi e con i Neri. La battaglia si era combattuta alle Alte Sorgenti; duecento draghi contro tremila Sterminatori, in sella a destrieri scuri e rivestiti di acciaio e con l’elmo in foggia di lupo. Li guidavano l’Usurpatore e il suo luogotenente, Lasa-ar il Tumultuoso.
I draghi avevano perso e gli Sterminatori avevano dato la caccia a ogni madre e ad ogni cucciolo. Katya stava per essere uccisa da tre Sterminatori, assieme ai suoi figli, sul Passo di Hastanga, quando Kurgran Manto d’Ebano li aveva tratti in salvo, uccidendo gli uomini e conducendoli lassù, sulla più alta delle Cime Settentrionali.
Un potente battito di ali e un soffio di fiato caldo annunciarono l’arrivo di Kurgran. Il drago entrò pesantemente nella grotta, un’enorme massa ricoperta di scaglia corvine, dalle striature argentee e vermiglie. Dalla testa alla punta della coda, il drago era lungo trentadue piedi e aveva l’apertura alare di sessanta. Aveva una doppia cresta cornea che gli decorava la schiena, caratteristica dei Neri, mentre il popolo di Katya avevano un’unica cresta ossea. Le enormi fauci di Kurgan erano armate da due file di denti enormi, con i canini lunghi quasi un piede e mezzo. Il drago la scrutò per alcuni istanti con occhi vermigli. Era almeno il doppio di lei ed era più grande anche di Jahagl il Venerabile.
“Li ho trovati”. Kurgan parlò alla mente di Katya. “Sono vicinissimi. Dobbiamo partire subito”
“Quanti sono?”.
“Almeno cento Sterminatori. Armati fino ai denti, al comando del Tumultuoso. Sono al Passo Inferiore, tra tre, massimo quattro ore saranno qui”.
“Dove andremo?”. Katya in realtà conosceva già la risposta. Un’isola incantata oltre il Deserto Ignoto e l’Oceano Rosso. Laggiù regnava Whyrm lo Sfavillante, un drago d’oro che aveva oltre ottocento anni. La leggenda diceva che i capostipiti delle Quattro Schiatte che si erano trasferite nella Grande Valle, cinque secoli addietro, fossero figli di Whyrm. Nessuno sapeva perché i draghi avevano colonizzato la Grande Valle e perché avessero deciso di convivere con gli uomini. il regno dello Sfavillante, secondo le leggende, era abitato da centinaia di draghi che vivevano da padroni, serviti da centinaia di Grandi Lucertole che li veneravano come Dèi. “Sarà un viaggio duro, soprattutto per Halandor e Jaladrin”. I due cuccioli avevano appena trent’anni e le loro piccole ali non permettevano lunghe traversate.
“Lo comprendo ma è la nostra unica speranza. Dobbiamo partire ora”.
“Perché non ci lasciano in pace? La valle è loro, ormai!”. Si lamentò Katya.
“Temo non vogliano che raggiungiamo Whyrm lo Sfavillante”.
“Pensi che l’Usurpatore nasconda qualche cosa?”.
“Può darsi. In fondo in pochi mesi ci ha sconfitti tutti. Ha armi che certo gli uomini della Valle non hanno mai posseduto. Ora, però, non abbiamo tempo di scoprirlo. Ci occuperemo di lui in un secondo momento... il nostro sangue sarà vendicato”.
La sua vista acuta scorgeva Halandor e Jaladrin raggomitolati in un angolo. Per grazia degli Dèi erano riusciti a prendere sonno ma i brontolii e i continui movimenti dei loro tozzi corpi tradivano la presenza di incubi scuri che venivano a tormentarli. Del resto come avrebbero mai potuto essere sereni? Il loro padre, Jahagl il Venerabile era stato ucciso appena tre giorni prima, il suo manto bianco sporcato del sangue del tradimento. L’intera progenie dei Draghi bianchi era stata spazzata via dai Crinali Orientali. Le loro case di roccia erano state saccheggiate, le uova distrutte.
L’Usurpatore aveva giurato di ucciderli tutti, di spazzare via la loro progenie dalla Grande Valle. Per secoli i loro popoli avevano vissuto in pace. Gli uomini nelle loro città e i draghi nelle case di roccia scavate alle propaggini delle montagne. Secondo il Patto di Sangue gli uomini offrivano offerto cibo ai draghi che, in cambio, proteggevano in cambio i passi di accesso alla Grande Valle, contro i beduini del Deserto Ignoto e gli uomini del nord.
Era stato l’Usurpatore a cambiare le cose. Nessuno sapeva chi fosse o da dove venisse. Aveva ucciso il Re degli Uomini e aveva preso il potere, schiacciando ogni opposizione. Lui e la sua guardia personale si facevano chiamare Sterminatori di Draghi.
Aveva insegnato agli uomini a combattere e a difendersi da soli.
“Vi libererò dalla vostra schiavitù”. Aveva promesso ai capi villaggio riuniti in assemblea.
I primi draghi erano morti avvelenati, mangiando con fiducia il cibo avvelenato che gli uomini avevano loro somministrato. Quando Jahagl il Venerabile e Kurgran Manto d’Ebano avevano compreso l’inganno, allora era scoppiata stata la guerra. L’Usurpatore aveva messo in campo il suo esercito di Sterminatori di Draghi, armati con tubi che lanciavano fuoco, riuscendo a colpire da lontano e di lame che bruciavano al contatto con la spessa pelle dei draghi.
Presi alla sprovvista, decine di draghi erano stati sterminati. I primi ad essere distrutti erano stati i draghi Verdi, piccoli e privi di ali, poi quelli Blu che abitavano i laghi alpini della Catena Settentrionale. Lo scontro più sanguinoso era stato con i Bianchi e con i Neri. La battaglia si era combattuta alle Alte Sorgenti; duecento draghi contro tremila Sterminatori, in sella a destrieri scuri e rivestiti di acciaio e con l’elmo in foggia di lupo. Li guidavano l’Usurpatore e il suo luogotenente, Lasa-ar il Tumultuoso.
I draghi avevano perso e gli Sterminatori avevano dato la caccia a ogni madre e ad ogni cucciolo. Katya stava per essere uccisa da tre Sterminatori, assieme ai suoi figli, sul Passo di Hastanga, quando Kurgran Manto d’Ebano li aveva tratti in salvo, uccidendo gli uomini e conducendoli lassù, sulla più alta delle Cime Settentrionali.
Un potente battito di ali e un soffio di fiato caldo annunciarono l’arrivo di Kurgran. Il drago entrò pesantemente nella grotta, un’enorme massa ricoperta di scaglia corvine, dalle striature argentee e vermiglie. Dalla testa alla punta della coda, il drago era lungo trentadue piedi e aveva l’apertura alare di sessanta. Aveva una doppia cresta cornea che gli decorava la schiena, caratteristica dei Neri, mentre il popolo di Katya avevano un’unica cresta ossea. Le enormi fauci di Kurgan erano armate da due file di denti enormi, con i canini lunghi quasi un piede e mezzo. Il drago la scrutò per alcuni istanti con occhi vermigli. Era almeno il doppio di lei ed era più grande anche di Jahagl il Venerabile.
“Li ho trovati”. Kurgan parlò alla mente di Katya. “Sono vicinissimi. Dobbiamo partire subito”
“Quanti sono?”.
“Almeno cento Sterminatori. Armati fino ai denti, al comando del Tumultuoso. Sono al Passo Inferiore, tra tre, massimo quattro ore saranno qui”.
“Dove andremo?”. Katya in realtà conosceva già la risposta. Un’isola incantata oltre il Deserto Ignoto e l’Oceano Rosso. Laggiù regnava Whyrm lo Sfavillante, un drago d’oro che aveva oltre ottocento anni. La leggenda diceva che i capostipiti delle Quattro Schiatte che si erano trasferite nella Grande Valle, cinque secoli addietro, fossero figli di Whyrm. Nessuno sapeva perché i draghi avevano colonizzato la Grande Valle e perché avessero deciso di convivere con gli uomini. il regno dello Sfavillante, secondo le leggende, era abitato da centinaia di draghi che vivevano da padroni, serviti da centinaia di Grandi Lucertole che li veneravano come Dèi. “Sarà un viaggio duro, soprattutto per Halandor e Jaladrin”. I due cuccioli avevano appena trent’anni e le loro piccole ali non permettevano lunghe traversate.
“Lo comprendo ma è la nostra unica speranza. Dobbiamo partire ora”.
“Perché non ci lasciano in pace? La valle è loro, ormai!”. Si lamentò Katya.
“Temo non vogliano che raggiungiamo Whyrm lo Sfavillante”.
“Pensi che l’Usurpatore nasconda qualche cosa?”.
“Può darsi. In fondo in pochi mesi ci ha sconfitti tutti. Ha armi che certo gli uomini della Valle non hanno mai posseduto. Ora, però, non abbiamo tempo di scoprirlo. Ci occuperemo di lui in un secondo momento... il nostro sangue sarà vendicato”.
(Autori Gabriele Sorrentino e Marcello Ventilati)
Bene ora la palla passa a voi. Noi ci siamo limitati a mettere sul piatto alcuni spunti e non abbiamo idea di dove ci porterà la storia. Vi piacciono i personaggi che abbiamo descritto? Potete usarli ma anche inventarne altri. Trovate interessante lo spunto dei Draghi che diventano i protagonisti braccati invece che i sanguinari distruttori di cui le saghe fantasy abbondano? Potete proseguire su questo filone oppure proseguire la storia dalla soggettiva degli Sterminatori di Draghi. Avete un’idea di cosa spinga l’Usurpatore a distruggere la progenie dei Draghi?
Tutte queste cose dovete dircele voi. Chi ha voglia di contribuire a questa storia deve mandare il CAPITOLO 1 entro le ore 24 del 31 gennaio a questo indirizzo e-mail: bookmodena.fantasy@gmail.com. Naturalmente potete sfruttare lo stesso indirizzo anche per chiederci qualsiasi ulteriore informazione o delucidazione riguardo al progetto.Buon lavoro!
1 commento:
Billoooo!
Quella di aprire con il punto di vista dei draghi è perfetta, una bellissima idea!
*da domani si mette al lavoro*
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